Licenziamento Colf: la procedura da seguire

In questo articolo parliamo del Licenziamento di una Colf, analizzando nel dettaglio le diverse tipologie di licenziamento, che cosa sono il Preavviso e la Lettera di Licenziamento e tutto ciò che è necessario sapere su questo argomento.


Leggi l’articolo e scopri tutto quello che devi sapere.

Licenziamento colf

Il lavoro svolto dalle colf, di cura e gestione della casa, negli anni ha visto una crescita esponenziale di assunzioni, grazie anche alle regolarizzazioni. A tal proposito leggi l’articolo Regolarizzazione Badante.


Quando si parla di colf, infatti, si intende principalmente donne, immigrate, che svolgono questo lavoro in maniera esclusiva e prevalentemente presso più di una famiglia.


Il lavoro domestico è tra i lavori subordinati quello con una disciplina che regolamenta il rapporto di lavoro, in maniera semplificata.


Per tale motivo, il datore di lavoro domestico può interrompere il rapporto di lavoro in ogni momento, salvo comunicare il preavviso, se previsto.

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Licenziamento colf per giusta causa

Normalmente licenziare la colf, comprende sia darle comunicazione scritta, ma soprattutto concederle un termine determinato dalla normativa di settore, prima della interruzione del rapporto di lavoro, in modo tale che la colf non si trovi da un giorno all’altro senza un lavoro.


Leggi anche l’articolo sul Licenziamento di una Badante.


Vi sono casi in cui concedere tale termine detto “preavviso”, non è necessario, anzi in alcuni casi non è ipotizzabile.


Se infatti, licenziamo la colf per una qualsiasi ragione che impedisce il proseguimento del rapporto di lavoro e quindi viene meno il legame di fiducia, il licenziamento è immediato.

Esempi di licenziamento in tronco, possono essere:

  • l’assenza ingiustificata dal lavoro;
  • la sottrazione di beni di proprietà del datore di lavoro;
  • l’insubordinazione ecc.

Nei suddetti casi è bene, comunque, inviare alla colf una lettera dove le viene specificato il motivo del licenziamento, in modo tale da indicare la motivazione dell’interruzione del rapporto di lavoro e di conseguenza, il mancato pagamento dei giorni di preavviso.


Nel caso in cui il datore di lavoro non dia il preavviso di licenziamento e quest’ultimo avviene senza giusta causa, il datore di lavoro è obbligato a pagare l’indennità di preavviso alla colf, in quanto sono giorni non lavorati da quest’ultima.

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Licenziamento colf ad nutum

Se il datore di lavoro domestico decide di licenziare la propria colf, e non esiste una “giusta causa”, può farlo come stabilito dal contratto collettivo del lavoro domestico, con il cosiddetto licenziamento ad nutum , cioè secondo volontà.

In tal caso infatti il datore di lavoro, può interrompere il rapporto di lavoro, senza che la colf possa opporsi.


Naturalmente, al fine di tutelare la lavoratrice, ed evitare che si trovi a subire una scelta repentina ed immotivata, il datore di lavoro è tenuto a comunicare la conclusione del rapporto di lavoro con un periodo di tempo obbligatorio. Il suddetto termine, detto “ preavviso” , è identico per tutte le colf e viene stabilito tenendo in considerazione l’orario di lavoro e l’anzianità di servizio.


Nel caso di rapporto di lavoro oltre le 24 ore settimanali sono :

  • 15 giorni di preavviso , fino a 5 anni di anzianità,
  • 30 giorni di preavviso, oltre i 5 anni di anzianità,

Nel caso di rapporto di lavoro fino a 24 ore settimanali sono :

  • 8 giorni di preavviso, fino a 2 anni di anzianità,
  • 15 giorni di preavviso , oltre i 2 anni di anzianità.

Le ipotesi valgono soltanto in caso di rapporto di lavoro a tempo indeterminato, in quanto in caso di contratti a tempo determinato il licenziamento deve avvenire per giusta causa.


La colf, infatti, assunta con un contratto a termine, può essere licenziata prima della scadenza del contratto, in casi specifici:

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Come licenziare la colf

Per procedere con il licenziamento, il datore di lavoro domestico consegna la lettera alla colf ,dove indica la sua volontà di interrompere il rapporto di lavoro, i termini di preavviso (se necessario) e la data dell’ultimo giorno di lavoro, salvo non si tratti di licenziamento per giusta causa.


Terminati i giorni di preavviso il datore di lavoro è tenuto a versare alla colf oltre all’ultima busta paga badante, le spettanze di fine rapporto, come le ferie, il trattamento di fine rapporto, che viene calcolato tenendo in considerazione la retribuzione mensile e la tredicesima.


Entro 5 giorni dalla data di cessazione , il datore di lavoro deve comunicare la cessazione del rapporto di lavoro telematicamente all’INPS altrimenti può incorrere in sanzioni.


Entro 10 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro domestico deve pagare anche i contributi inps, generati nel sito dell’INPS, a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.

Leggi anche l’articolo sul Contributo assunzione badante.

Preavviso di licenziamento colf

Il preavviso di licenziamento colf è un periodo di tempo che intercorre tra la comunicazione e l’interruzione del rapporto di lavoro, e che permette all’assistente familiare di organizzarsi e non trovarsi nell’immediato senza un lavoro.

Lettera licenziamento colf

Il datore di lavoro domestico deve consegnare la lettera di licenziamento alla colf con dei termini di preavviso tramite posta raccomandata, o raccomandata a mano.


All’interno della lettera di licenziamento va inserito:

  • nome e cognome del datore di lavoro
  • nome e cognome della colf (+ foto)
  • il termine di preavviso
  • la data dell’ultimo giorno di lavoro

Licenziamento colf maternità

In caso di maternità della colf vige il divieto di licenziamento, a tutela della lavoratrice madre, salvo non vi sia una giusta causa.

Licenziamento colf in malattia

Se la colf è in malattia, certificata dal medico, il datore di lavoro non può licenziarla, neppure dandole un termine di preavviso, salvo non superi il periodo di comporto.


Alla colf durante il periodo di malattia, infatti, spetta la conservazione del posto di lavoro, o periodo di comporto, calcolato secondo i seguenti periodi:

  • con una anzianità di servizio fino a 6 mesi la colf ha diritto a conservare il posto di lavoro fino a 10 giorni.
  • con una anzianità di servizio fino a due anni, la colf ha diritto a 45 giorni di conservazione del posto di lavoro,
  • con una anzianità di servizio oltre i 2 anni la colf ha diritto a 180 giorni di conservazione del posto di lavoro.

I suddetti periodi , si calcolano in un arco di tempo di 365 giorni, che possono essere anche non continuativi e vanno aumentati del 50% in caso di documentata malattia oncologica.


Durante la malattia il datore di lavoro è obbligato a corrispondere la retribuzione alla colf per un periodo massimo di:

  • 8 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità di servizio fino a 6 mesi;
  • 10 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità di servizio da 6 mesi a 2 anni;
  • 15 giorni complessivi nell’anno, per anzianità di servizio oltre i 2 anni.

Fino al 3° giorno consecutivo è dovuto il 50% della retribuzione globale, dal 4° giorno in poi il 100% della retribuzione globale.


Superato il periodo di conservazione del posto di lavoro, il datore di lavoro può scegliere se licenziare la colf oppure mantenerle il posto di lavoro.


Se la malattia subentra nel periodo di prova o di preavviso, ne sospende la decorrenza.

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Come chiedere la disoccupazione dopo il licenziamento

Le colf, in caso di licenziamento, hanno diritto come tutti i lavoratori dipendenti alla disoccupazione.


Per ottenere la disoccupazione oltre ad essere stata licenziata, la colf deve aver lavorato almeno 5 settimane negli ultimi 12 mesi. La settimana lavorata si intende con un minimo di 24 ore di lavoro. Pertanto, per individuare il numero di settimane lavorate, basterà dividere il numero delle ore lavorate e moltiplicarlo per 24.


Naturalmente la colf dovrà essere stata assunta con regolare contratto di lavoro, in modo tale che dal datore di lavoro siano stati versati i contributi previdenziali ed assistenziali, che danno diritto non solo alla disoccupazione, ma anche alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare ed alla pensione. Leggi anche gli articoli sull’assunzione badante, documenti assunzione badante extracomunitaria; Regolarizzazione badante ucraina.


L’importo della disoccupazione viene determinato dalla retribuzione degli ultimi 4 anni.


La durata della disoccupazione dipende dal numero di mesi di contributi versati, infatti viene corrisposto per un numero di settimane pari alla metà di quelle in cui sono stati versati i contributi degli ultimi 4 anni e comunque fino ad un massimo di 24 mesi.


Dopo tre mesi di disoccupazione, l’assegno diminuisce del 3% ogni mese.


La domanda di disoccupazione va presentata entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro all’inps.

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