Licenziamento Badante a tempo indeterminato: cosa fare

In questo articolo parliamo del Licenziamento di una Badante a tempo indeterminato, vedendo nello specifico le diverse situazioni in cui si può e si deve procedere con questa tipologia di licenziamento della badante.


Leggi l’articolo e guarda il video per scoprire tutto quello che devi sapere sul Licenziamento di una Badante a tempo indeterminato.

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Contratto a tempo indeterminato badante: i vantaggi

Quando siamo in procinto dell’assunzione di una badante, uno dei requisiti da indicare nella lettera di assunzione della colf o badante è se il contratto della badante è a tempo indeterminato o determinato. Guarda anche gli articoli specifici sul Contratto badanti conviventi e Contratto badanti Part Time.


Generalmente il contratto di lavoro domestico è a tempo indeterminato principalmente per due motivi.

  • Il contratto a tempo indeterminato è più conveniente a livello contributivo. L’Inps infatti applica una maggiorazione nel pagamento dei contributi nel contratto di lavoro a tempo determinato, salvo che l’assunzione non si sia resa necessaria per sostituire una badante in ferie o in malattia.
    Pertanto i contributi sono più bassi.
  • Nel contratto di lavoro domestico a tempo indeterminato, il rapporto di lavoro può essere risolto da ciascuna delle parti, rispettando i termini di preavviso di licenziamento della colf o badante, senza necessità di una giustificazione.

Il datore di lavoro può licenziare la propria badante senza motivo dando regolare preavviso, o pagando l’indennità sostitutiva, mentre con il contratto a tempo determinato non è possibile licenziare la lavoratrice prima del termine, senza giusta causa.

Licenziare la badante

Il lavoro domestico è tra i lavori subordinati quello regolamentato in maniera semplificata.


Le badanti possono essere licenziate anche senza giusta causa.


Il datore di lavoro domestico può interrompere il rapporto di lavoro in ogni momento, salvo comunicare il preavviso, se previsto, cioè il datore di lavoro è tenuto a dare alla badante un preavviso di licenziamento, un termine in cui il datore sceglie se il dipendente può lavorare oppure no. Nel caso in cui scelga di non far lavorare la badante, il datore è tenuto a fornire alla lavoratrice l’indennità sostitutiva.


Nel caso che il datore di lavoro licenzi la badante senza preavviso perché la badante ha avuto comportamenti gravi che giustifichino un licenziamento in tronco, come:

  • assenza ingiustificata dal lavoro,
  • mancata assistenza dell’assistito,
  • sottrazione di beni nell’abitazione del datore di lavoro,
  • atteggiamenti aggressivi e ogni altro comportamento per cui venga meno il rapporto di fiducia,


il licenziamento è per giusta causa. Vediamo che cosa comporta.

Licenziamento badante per giusta causa

In caso di comportamenti gravi da parte della badante, il licenziamento può avvenire immediatamente, senza dare un preavviso.


Se infatti, licenziamo la badante per una qualsiasi ragione che impedisce il proseguimento del rapporto di lavoro e quindi viene meno il legame di fiducia, il licenziamento è immediato.

Esempi di licenziamento in tronco, come già abbiamo detto, possono essere:

  • l’assenza ingiustificata dal lavoro,
  • la sottrazione di beni di proprietà del datore di lavoro,
  • l’insubordinazione,
  • maltrattamenti nei confronti dell’assistito
  • atteggiamenti aggressivi e ogni altro comportamento per cui venga meno il rapporto di fiducia,

Nei suddetti casi è bene, comunque, inviare alla badante una lettera dove le viene specificato il motivo del licenziamento, in modo tale da indicare il motivo dell’interruzione del rapporto di lavoro e di conseguenza, il mancato pagamento dei giorni di preavviso.


Nel caso in cui il datore di lavoro non dia il preavviso di licenziamento e quest’ultimo avviene senza giusta causa il datore di lavoro è obbligato a pagare l’indennità di preavviso alla badante, in quanto sono giorni non lavorati da quest’ultima.

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Licenziare la badante per morte datore di lavoro

Il licenziamento per morte del datore di lavoro è un giustificato motivo di licenziamento, ed i familiari possono scegliere se licenziare la badante senza concederle il preavviso, pagandole l’indennità, oppure, dopo aver consegnato la lettera di licenziamento con i termini di preavviso, farla continuare a lavorare .


In ogni caso i familiari coabitanti e risultanti dallo stato di famiglia, sono obbligati a pagare alla badante tutte le spettanze, in quanto crediti di lavoro.


Ho dedicato un articolo al tema del Preavviso di Licenziamento Badante per morte del datore di lavoro.

Licenziare la badante senza giusta causa

Se il datore di lavoro domestico decide di licenziare la propria badante per motivi personali, e non esiste una “giusta causa”, può farlo come stabilito dal contratto collettivo del lavoro domestico.


In tal caso infatti il datore di lavoro, può interrompere il rapporto di lavoro, senza che la badante possa opporsi.


Naturalmente, al fine di tutelare la lavoratrice, e concederle un periodo per trovare una nuova occupazione, il datore di lavoro è tenuto a comunicare la conclusione del rapporto di lavoro con un periodo di tempo obbligatorio, stabilito dal ccnl.

Giorni di preavviso per Licenziamento di una badante a tempo indeterminato

Il preavviso di licenziamento, viene stabilito tenendo in considerazione l’orario di lavoro e l’anzianità di servizio.


Nel caso di rapporto di lavoro oltre le 24 ore settimanali sono :

  • 15 giorni di preavviso , fino a 5 anni di anzianità
  • 30 giorni di preavviso, oltre i 5 anni di anzianità

Nel caso di rapporto di lavoro fino a 24 ore settimanali sono :

  • 8 giorni di preavviso, fino a 2 anni di anzianità
  • 15 giorni di preavviso , oltre i 2 anni di anzianità.

Le ipotesi valgono soltanto in caso di rapporto di lavoro a tempo indeterminato, in quanto in caso di contratti a tempo determinato il licenziamento deve avvenire per giusta causa.

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Licenziare la badante in malattia

Se la badante è in malattia, il datore di lavoro non può licenziarla, neppure dandole un termine di preavviso, salvo non superi il periodo di comporto.


Il periodo di comporto è il tempo massimo di conservazione del posto di lavoro durante la assenza per malattia della badante e viene calcolato secondo tempi stabiliti:

  • con una anzianità di servizio fino a 6 mesi ha diritto a conservare il posto di lavoro fino a 10 giorni,
  • con una anzianità di servizio fino a due anni, ha diritto a 45 giorni di conservazione del posto di lavoro,
  • con una anzianità di servizio oltre i 2 anni ha diritto a 180 giorni di conservazione del posto di lavoro.

I suddetti periodi, si calcolano in un arco di tempo di 365 giorni, anche non continuativo, e vanno aumentati del 50% in caso di documentata malattia oncologica.


Durante la malattia il datore di lavoro è obbligato a corrispondere la retribuzione alla badante per un periodo massimo di :

  • 8 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità di servizio fino a 6 mesi;
  • 10 giorni complessivi nell’anno, per una anzianità di servizio da 6 mesi a 2 anni;
  • 15 giorni complessivi nell’anno, per anzianità di servizio oltre i 2 anni.

Fino al terzo giorno consecutivo è dovuto il 50% della retribuzione globale, dal quarto giorno in poi il 100% della retribuzione globale.


Superato il periodo di conservazione del posto di lavoro, il datore di lavoro può scegliere se licenziare la lavoratrice oppure mantenerle il posto di lavoro.


Se la malattia subentra nel periodo di prova o di preavviso, ne sospende la decorrenza.

Come licenziare la badante

La procedura di licenziamento prevede che il datore di lavoro domestico, deve prima dare comunicazione alla badante, consegnando la lettera di licenziamento, dove all’interno si comunica la volontà di interrompere il rapporto di lavoro, i termini di preavviso e la data dell’ultimo giorno di lavoro.


Entro 5 giorni dalla data di cessazione , il datore di lavoro deve comunicare l’interruzione del rapporto di lavoro telematicamente all’INPS, altrimenti può incorrere in sanzioni.


Entro 10 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro domestico deve pagare anche i contributi inps, generati nel sito dell’INPS, a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.


App l’argomento leggendo gli articoli dedicato al Licenziamento della badante e al Licenziamento della Colf.

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Cosa spetta alla badante licenziata con contratto a tempo indeterminato

Terminati i giorni di preavviso e giunti alla data di chiusura del rapporto di lavoro, il datore di lavoro è tenuto a versare alla badante oltre all’ultima busta paga:

  • la tredicesima
  • le ferie maturate ma non godute
  • il trattamento di fine rapporto (che viene calcolato tenendo in considerazione la retribuzione mensile e la tredicesima)
  • Eventualmente l’indennità di mancato preavviso
  • ed in caso di convivenza e di preavviso non lavorato, anche l’indennità sostitutiva di vitto e alloggio.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo affrontato tutto ciò che si deve sapere circa il Licenziamento Badante a tempo indeterminato.


Una badante può essere licenziata per diversi motivi e a seconda del motivo il datore di lavoro deve adempiere ad una serie di obblighi per essere in regola e non incorrere in sanzioni spesso molto severe.

Ecco perché avere l’aiuto di una Avvocato che si occupa di Diritto del Lavoro Domestico potrebbe fare davvero la differenza.

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